L’Agressività

facce

Estratto dall’Aggressività di K. Lorenz

…Lupo Macchiato e Aquila Screziata, capi Sioux di due tribù vicine, tutti e due combattenti vecchi ed esperti e un poco stanchi di morti violente, hanno covenuto di fare un esperimento insolito, vogliono tentare di chiarire con una pacifica conversazione, invece di disotterrare subito l’ascia di guerra, la controversia dei diritti di caccia su quella benedetta isola nel piccolo Rivo dei Castori, che separa i territori di caccia delle due tribù. Questa impresa è in principio un po imbarazzante, perché il desiderio di negoziare può venire frainteso dall’altra parte come codardia. Sicché quando finalmente i due uomini si incontrano dopo essersi lasciati alle spalle seguito e armi, sono terribilmente imbarazzati e siccome nessuno dei due può ammetterlo davanti a se stesso e men che meno davanti all’altro i due si avvicinano con portamento particolarmente superbo, anzi quasi di sfida, si guardano fisso e si siedono con la maggiore dignità possibile. E poi non succede niente per un bel pezzo, proprio niente…a star seduti senza poter muovere neppure un muscolo della faccia per non tradire l’agitazione interna, quando invece si farebbe volentieri qualche cosa, anzi molto, ma si è impediti da forti ragioni contrarie, insomma si è in una situazione di conflitto, dove è spesso un gran sollievo fare una terza cosa neutra che non ha niente a che spartire con i due motivi in conflitto e che oltretutto è indicata a dimostrare indifferenza difronte all’altro. Lo studioso le dà il nome di attività trasposta, la vox populi la chiama più semplicemente gesto di imbarazzo. Tutti i fumatori che conosco hanno in caso di un conflitto interno lo stesso modo di comportarsi, si frugano in tasca e si accendono una sigaretta o la pipa. Per quale ragione dovrebbe essere stato diverso presso un popolo che ha invenato il fumo del tabacco, e dal quale noi l’abbiamo appreso?
Così Lupo Solitario, o magari Aquila Screziata, s’è acceso la pipa, che a quei tempi non era ancora la pipa della pace, e l’altro indiano ha fatto altrettanto. E chi non conosce la divina, rilassante catarsi del fumo? I due capi diventano più calmi, più sicuri di sé e la loro distensione conduce al pieno successo della mediazione. Forse nell’incontro seguente uno dei due indiani ha acceso la pipa subito, forse la volta ancora successiva uno dei due non si è portato da fumare e l’altro, ormai meglio disposto nei suoi confronti, ha diviso con lui la sua pipa. O forse è stata necessaria una serie di innumerevoli ripetizioni della cerimonia per far diventare di dominio pubblico che un indiano che fuma con tutta probabilità certamente meglio disposto a un’intesa che non uno che non fuma.
Forse sono passati secoli prima che il simbolo del fumare insieme abbia significato la pace in maniera sicura e inequivocabile. Certo è però che nel corso delle generazioni quello che originariamente era soltanto un gesto di imbarazzo si è consolidato in un rito che per ogni indiano aveva valore di legge e che gli faceva sembrare inammissibile un’attacco nemico dopo una pipata…

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