CAMBIANDO NON SI CAMBIA?!

In ciò che di seguito ho riportato non ho potuto fare a meno di notare le affinità con il nostro attuale periodo storico, politico, sociale anche se il testo è di quattrocento anni fa. Perciò con piacere lo pubblico.

Tratto da: La mente del samurai
A cura di T. Cleary

Al giorno d’oggi, in anni di abbondanza quando c’è cibo a sufficienza, i cavalieri se la passano male, mentre negli anni difficili, quando il cibo scarseggia, sono i cittadini comuni a patire la fame. Visto che le classi alte e basse soffrono a turno, c’è una tendenza al disordine sociale. Perché succede così?

I motivi sono tanti, ma ne possiamo distinguere tre fondamentali. Il primi è che quando le città grandi e piccole sono vantaggiosamente situate accanto a i fiumi e alle vie d’acqua, lo sperpero cresce di giorno in giorno e non può essere represso. I mercanti prosperano mentre i cavalieri si impoveriscono.
Il secondo motivo è la graduale scomparsa della consuetudine di scambiare cereali con altri beni, e quando la moneta diventa l’unico mezzo di scambio, i prezzi delle merci tendono a salire. Ovunque l’oro e l’argento passano nelle mani dei mercanti, mentre il grande e il piccolo patiscono entrambi la scarsità.
Il terzo è la proliferazione di interessi e oggetti che non sono veramente necessari. I cavalieri scambiano il riso che ricevono come salario con oggetti che desiderano. Se il prezzo del riso è basso e il costo dei beni è alto, non si possono soddisfare tutti i bisogni. Se in più i guerrieri hanno tanti interessi e comprano tanti oggetti, finiscono per diventare ancora più poveri. Quando i cavalieri sono in ristrettezze economiche, estorcono più denaro ai cittadini comuni, i quali di conseguenza patiscono la penuria negli anni di abbondanza e muoiono di fame e di freddo negli anni di carestia. Quando i cavalieri e i cittadini comuni sono sul lastrico, gli artigiani e i venditori ambulanti non possono vendere loro niente in cambio dei cereali. Solo i grandi mercanti continuano ad arricchirsi.
Per questo motivo il potere economico è nelle mani dei cittadini comuni. I sovrani delle nazioni, i padroni del mondo, non dovrebbero mai concedere nobiltà e ricchezza ad altri, neanche temporaneamente. Conferendo ad altri ricchezza e nobiltà, perdono la propria autorità e lo stato cessa di esistere. Quando il mondo finisce nel caos, il suo nemico è la ricchezza del mercante; così come le strisce della tigre le procurano guai con i cacciatori, la ricchezza del mercante lo fa cadere nelle mani dei briganti, e può anche costargli la vita.
Perfino le piante e gli alberi, che non provano sentimenti, perdono le foglie e avvizziscono quando è la loro ora. La fioritura e il declino di tutte le cose sono una condizione naturale; come potrebbero dunque durare in eterno coloro che pensano esclusivamente al proprio profitto a detrimento degli altri?
(scritto da: Kumazawa Banzan, 1619-1691)

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2 Risposte to “CAMBIANDO NON SI CAMBIA?!”

  1. Maurizio Says:

    Sul fatto che le classi “alte” soffrano avrei delle riserve, e se il turno gli tocca è veramente di rado rispetto a quelle “basse”.

    Non ho ben capito a dirti la verità la parte in cui K. Banzan afferma “I sovrani delle nazioni, i padroni del mondo, non dovrebbero mai concedere nobiltà e ricchezza ad altri, neanche temporaneamente. Conferendo ad altri ricchezza e nobiltà, perdono la propria autorità e lo stato cessa di esistere”.

    Grazie come al solito se e quando avrai la pazienza e il tempo di rispondermi.

    • italopiattelli Says:

      La mia interpretazione della frase si riferisce al controllo gerarchico del sistema sociale, dare autonomia a individui dei quali si sa poco può determinare la frammentazione del potere.
      Per funzionare una gerarchia ha bisogno di uomini super affidabili posti nei ruoli più importanti, quasi fossero emanazione di colui che ispira i principi di quella società.
      Il pericolo nasce nel momento in cui chi rappresenta il potere se ne appropria per soddisfare i suoi interessi, diminuendo così il potenziale di colui che lo comanda.

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